IL PROBLEMA DELL’INTONAZIONE TRA CLARINETTO ED ALTRI FIATI NEI p, pp, ppp
Chi ha avuto modo di suonare un pezzo per clarinetto, flauto e pianoforte si sarà reso conto che quando venga richiesto di passare da mf a p o peggio ancora pp o ppp, l’intonazione dei fiati col pianoforte si perde e diventa quasi impossibile compensarla agendo sull’impostazione esecutore-strumento. Il flautista cercherà di far crescere l’intonazione evitando però di aumentare il volume sonoro mentre il clarinettista per far calare le note cercherà di allargare la gola tenendo il diaframma il più possibile in tensione evitando però di aumentare il flusso d’aria per mantenere basso il volume sonoro.
Non è difficile capire che in una canna aperta (flauto, corno…) se cala il flusso d’aria è inevitabile conseguenza un calo di pressione che sposta il primo nodo verso destra allontanandolo un poco in avanti rispetto alla posizione centrale ed in tal modo aumentando di fatto la lunghezza d’onda della nota emessa. Ossia diminuendo la pressione cala la frequenza. Tale spostamento è inoltre ancor più favorito proprio dalla minore impedenza acustica in una canna aperta.
NODOà ^Mf…>..^P…>..^PP
Passando dal Mf al pp il nodo centrale tende a spostarsi leggermente verso destra aumentando di poco la lunghezza d’onda della nota emessa e cioè facendo calare l’intonazione.
Analogamente nel clarinetto, che come si è detto ha invece un comportamento da canna chiusa e quindi una maggiore impedenza acustica, al diminuire della pressione dal Mf al p e al pp, il primo nodo tenderà a spostarsi anche qui verso destra con la conseguenza di accorciare leggermente la lunghezza del quarto d’onda che va dal nodo in posizione asimmetrica verso l’uscita e quindi aumentare la frequenza dell’onda emessa facendo così crescere l’intonazione, come si osserva nella seguente figura:

NODO à ^Mf…>..^P…>..^PP
Poiché la piccola porzione dell’onda a sinistra del nodo è pressoché ininfluente ai fini della frequenza della nota emessa è solo la dimensione della porzione di onda a destra del nodo che contribuisce a definire la lunghezza d’onda della nota emessa. Tale porzione rappresenta il quarto dell’onda emessa e perciò accorciandosi per lo spostamento del nodo verso destra tende a rendere crescente la nota corrispondente in condizioni di p o pp.
Per quanto ovvia ed evidente tale spiegazione del fenomeno della discrepanza di comportamento dei diversi fiati rispetto al clarinetto nelle esecuzioni dei piano (p,pp,ppp) risulta del tutto inedita così come è stata esplicitamente espressa nella forma qui presentata.
Roma, 21 ottobre 2008 Manfredo Cavallini